Musica e animazione sulle parole di Sergio Atzeni lette da Giacomo Casti.
Da un’idea di Giacomo nasce questo progetto, concluso in occasione dei giorni della quarantena da Corona Virus.
Pochi autori sanno toccare le corde dell’anima come Sergio Atzeni.
Le parole di questi racconti sembrano parlare di tutto e di niente, richiamano in ognuno di noi ricordi e personaggi vissuti o solo immaginati, sorrisi, rimpianti, paure, carezze e cazzotti.
E alla fine, non sai come, non sai perché, ma dentro ti è successo qualcosa.
E’ attraverso queste sensazioni che abbiamo cercato di accompagnare la suggestiva lettura di Giacomo.
Spero scuota voi come ha scosso noi.
Grazie di cuore a Giacomo per aver pensato a noi per questo lavoro e grazie a Dietrich Steinmetz per la preziosa collaborazione.
Questa l’introduzione di Giacomo:
“Un amico, a Babele” è uno dei racconti di Sergio Atzeni che amo di più. Concepito inizialmente per la radio, lo si trova ora nella raccolta “Gli anni della grande peste” (Sellerio, mai titolo fu più appropriato a questi giorni), ed è stato in passato, in più occasioni, elemento portante di diversi reading che ho avuto il piacere di dedicare al nostro grande conterraneo. In questo 2020 sono venticinque anni – come mi ricordava l’amica Rossana Copez – che Atzeni è andato via, e chissà come avrebbe raccontato il nostro tempo e i nostri luoghi, fosse ancora con noi. Certo è che più passa il tempo e più figure di narratori-pensatori come lui ci ricordano cosa siamo, e cosa potremmo (e potremo) essere. Ad ogni modo, questo racconto – io credo – fonda sulla parola, sull’atmosfera e sul senso della memoria tutto il suo originalissimo essere, e l’impasto di questi elementi ha sempre risuonato come una magia, dentro di me. Forse potrebbe fare lo stesso effetto anche a qualcun altro. Le musiche – appropriatissime, eleganti, dark – e le animazioni – sulle foto cagliaritane del maestro Dietrich Steinmetz, una garanzia – sono di Simone Murtas, che non ringrazierò mai abbastanza per il talento e la disponibilità. È un progetto che avevamo in testa già da un po’, ma questi tempi cupi ci hanno fatto decidere di liberarlo ora, anche se forse, in qualche parte, avrebbe avuto bisogno di ulteriori rifiniture. Facciamo prevalere il possibile piacere di far dimenticare per 15 minuti questo tempo nefasto a qualcuno, rispetto alla nostra sete di perfezionismo. Buon ascolto, e buona resistenza.
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